AMARLO E DETESTARLO

MASSIMO ESPOSITO- Ci ha fatto gioire. Sognare traguardi insperati. Impazzire di felicità. Ci ha anche deluso, fatto arrabbiare fino ad arrivare a detestarlo. Oggi ci ha lasciato sgomenti. Se ne è andato troppo presto dopo 65 anni di vita mai banale.
Chinaglia per lunghi anni è stato la Lazio. Era il suo emblema, la bandiera vera. Trascinava con il suo entusiasmo contagioso. Era l'orgoglio di tutti i tifosi biancocelesti nessuno escluso.
Abbiamo cominciato a sognare risultati mai nemmeno sfiorati. La cannonata contro il Milan sotto il diluvio resterà negli annali del calcio italiano.
Solamente lui poteva firmare un traguardo storico mai raggiunto dalla società capitolina. Il 12 maggio 1974 un suo gol dal dischetto contro il Foggia sanciva la conquista del primo scudetto della Lazio facendo impazzire di felicità un intero popolo.
Poi la fuga in America dopo una partita contro il Torino con la squadra in piena lotta per la retrocessione e salvata da un Primavera chiamato Bruno Giordano. Una parentesi presidenziale da dimenticare ricordata dall'inseguimento a Menicucci con ombrello al seguito fino alla tentata scalata alla società di Lotito con una fantomatica cordata ungherese.
Ci ha comunque sempre fatto emozionare. Grazie Giorgione.
  
   
  

   

 FORCING - Registrazione N° 383 del 7 ottobre 2010 

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