CERCASI ANTIJUVENTUS DISPERATAMENTE

 

Se escludiamo il Bayern, che le ha vinte tutte, la Juventus sta tenendo la stessa andatura di Barcellona, Atletico Madrid e Chelsea, sette vittorie e un pareggio. Il problema è individuare gli sfidanti. Più sono e meglio è. In Spagna, non si scappa: Barcellona o Real, con l’Atletico di Falcao terzo incomodo. In Inghilterra, Chelsea contro i due Manchester.
Nel nostro pollaio, ora che il Milan è imploso, e il Napoli “chiagni e fotti ” è stato liquidato a Torino, vengono agitate le candidature di Lazio e Inter, le uniche a non aver mai pareggiato. Anti-Juventus cercasi. I campioni hanno cambiato marcia dal 5-0 del 17 marzo a Firenze: da quella sera, diciassette successi e due pareggi. Tombola. Il mercato di Marotta, in assenza del famigerato ciclope d’area, ha allargato e decorato la rosa, come certificano i timbri, freschi freschi, di Caceres e Pogba. Il tema riserve è cruciale, soprattutto per le società impegnate in Europa. Anche Mazzarri (lascia, non lascia?) ha alzato il livello dell’organico, peccato che sabato se ne sia accorto solo dopo il patatrac.
Juventus, Napoli e Inter applicano il 3-5-2, la Lazio il 4-5-1. Si tratta di dispositivi che ognuno interpreta a modo suo: la Juve, prendendo per il bavero gli avversari (un po’ meno, a dir la verità); il Napoli, aspettandoli (anche troppo, a volte); l’Inter, cercando di velocizzare la transizione.

La Lazio, sorniona, invitando i rivali a scoprirsi, per poi pugnalarli alla schiena.Petkovic ha fatto della normalità tattica una filosofia di vita. Klose e Hernanes, undici reti in due, sono la coppia regina del campionato. La Lazio è da scudetto dalla cintola in su, non sotto. Nessun dubbio che Allegri, riesumando il rombo, le abbia dato una mano. Gli interrogativi riguardano la tenuta di Klose e il contributo della panchina. Avanzare a fari spenti può essere un vantaggio. I laziali, tra parentesi, ci sono abituati. Non ha impressionato, l’Inter, contro le “sartine” del Catania. Però Stramaccioni ci ha messo del suo. Dopo il ko casalingo con il Siena, l’Inter pareva allo sbando. Il mister è passato a tre, in difesa, e ha turato i buchi: quattro vittorie e un gol, uno solo, al passivo. L’Inter di Stramaccioni, muscolare com’è, non cesella: bada al sodo. Ricorda l’impianto del Napoli di Maradona: là, tre tenori (Diego, Careca, Carnevale) e sette “cagnacci”; qui, tre baionette (Milito, Cassano, Palacio) e un muro. Al Catania manca un rigore: sui giornali, pochi tituli. 

 FORCING - Registrazione N° 383 del 7 ottobre 2010 

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