CERCASI SOLUZIONE TATTICA

La soluzione dei problemi è dietro l’angolo. La Lazio vista a Genova ha giocato bene per un’ora. Messo quasi all’angolo la Sampdoria per gioco e intensità. E questo nessuno lo discute. L’unica pecca è che ha costruito parecchio, ma sprecato altrettanto. La sensazione che ha lasciato la squadra di Marassi è che Edy Reja abbia individuato la strada giusta per far ripartire la Lazio e far coesistere giocatori di qualità come Hernanes, Ledesma e Matuzalem. Gente che potrebbe fare la differenza in tante squadre. Insomma, una Lazio finalmente diversa, spregiudicata e piena di possibilità dal punto di vista del gioco, del carisma e pure dello spessore. Allo stesso tempo a questo schieramento sembra che manchi qualcosa. Il 3-4-2-1, l’assetto tattico usato contro i doriani, dice tre difensori, ma in realtà sono cinque dietro la linea della palla. A Dias, Biava e Radu si devono aggiungere Lichtsteiner e Del Nero che sono poco offensivi. Forse sono troppi per una formazione che vuole giocare e imporsi con fantasia e spregiudicatezza, ma che inevitabilmente è destinata a soffrire. E gli ultimi venti minuti della gara, gol di Cassano e Guberti a parte, ne sono la dimostrazione.
Si può mediare e cercare di trovare delle alternative. E’ giusto e logico che il tecnico di Gorizia ci provi e studi qualcosa di diverso. Quasi una via di mezzo, ma di quelle lussuose e che metterebbe d’accordo tutti. Perché, ad esempio, rinunciare a priori a una Lazio con la difesa a quattro? Perché Reja ha provato la difesa a quattro in estate e poi l’ha subito abbandonata? D’altronde è lo stesso modulo con il quale i biancocelesti di Delio Rossi hanno conquistato la coppa Italia. Ma a parte questo l’organico di cui dispone l’allenatore sembra fatto apposta per il 4-3-2-1. I quattro potrebbero essere Lichtsteiner a destra, Radu a sinistra con André Dias e Stendardo i centrali di difesa. Gli ultimi due sono forti di testa e abbastanza bravi a inserirsi in avanti sui calci da fermo. Senza ovviamente rinunciare a Biava e allo stesso Diakité. Anzi, il francese potrebbe trarne beneficio. Probabilmente l’unico a rimetterci un po’ è il romeno che per anni si è lamentato con Delio che quella non era la sua posizione, ma ci sono anche Garrido e il giovane Cavanda che scalpita. Lo spostamento tattico consentirebbe alla Lazio diverse soluzioni. Primo, e forse è quello più importante, togliere un difensore e inserire un centrocampista. Reja ne ha tanti a disposizione, forse mai come quest’anno. Il più adatto ad iniziare il cosiddetto albero di natale è Cristian Brocchi, se non altro perché lo conosce bene avendolo attuato per anni al Milan con Ancelotti. E poi uno come lui o come lo stesso Alvaro Gonzalez (pare che stia stupendo un po’ tutti a Formello) darebbe la possibilità a gente come Ledesma, ma soprattutto Matuzalem di pensare più al gioco e meno all’interdizione. Il brasiliano a Marassi ha fatto benissimo, ma è pur vero che uno come lui, ora che sta bene, andrebbe sfruttato per quelle che sono le sue maggiori doti, ovvero tecnica e visione di gioco. Ai tre centrocampisti si aggiungono Hernanes, Zarate, Foggia, Floccari e Rocchi. Tutti bravi ad inserirsi e dare l’accelerata in più. Magari, assieme ai compagni potrebbero dedicare più tempo alla finalizzazione, ma questo è un altro discorso. Quello che conta è che con un solo spostamento la Lazio avrebbe più potenza e, forse, sarebbe molto più logica. IL MESSAGGERO

 FORCING - Registrazione N° 383 del 7 ottobre 2010 

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