IL PUNTO BIANCOBLU
ROCCO ILARIA- Reduci dalla trasferta di Genova, dopo mezza giornata di attenta riflessione, si impongono alcune necessarie considerazioni.
LOTITO
Ero dietro la panchina della Samp, dunque a 50 metri da questo personaggio. Quando è arrivato tutta la meravigliosa curva laziale, all’unisono, lo ha “beccato”. Anche in tribuna, accanto al settore ospiti, dove era il sottoscritto, alcuni tifosi lo hanno “redarguito”; uno in particolare (siamo sempre nel pre partita) si è recato fino a due metri da lui per “cantargli” la propria insoddisfazione. Lui, il personaggio, l’ha guardato stupito, come fosse la prima volta che gli succedesse; ha farfugliato velocemente qualcosa e si è messo a sedere accanto alla Società dei sogni (gli altri unici 2 dipendenti). Questo per sottolineare come questo personaggio viva tra le nuvole in un mondo tutto suo, dove esiste solo lui con le sue divine ragioni e dove tutti coloro che osano contestarne le decisioni sono da guardare come degli alieni fastidiosi e inutili. Non si rende conto. E’ gravissimo, non si rende conto.
REJA
Dopo le prime due partite dove non sembrava poter far danni ma, anzi, ricompattare l’armata brancaleone, ecco il Reja che non t’aspetti, contagiato anche lui dal virus di ballardiniana memoria. Anche lui scivola su banali decisioni penalizzanti per la partita della nostra amata: con la viola non rischia il tridente in casa (lasciando Maurito, il migliore della truppa, a marcire in panca) contro una squadra demotivata e priva dei suoi elementi di spicco; a Genova si inventa un centrocampo a 2 lasciando Ledesma e Brocchi schiacciati dalla linea mediana avversa.
Ma non si potrebbero evitare esperimenti in corsa, caro Reja, visto che mancano 11 partite alla fine del campionato e ci stiamo rischiando l’osso del collo?
Non sarebbe molto più semplice e lineare giocare (soprattutto in trasferta) con una difesa a 4 dove i centrali siano centrali e gli esterni veri esterni, un centrocampo a 4 dove i centrali siano centrali e gli esterni veri esterni e con 2 punte che facciano le punte vere? NOO? Troppo complicato per una squadra a pezzi?
Ci pensi Reja, ci pensi bene, prima che sia troppo tardi.
ARBITRI
Anche a Genova abbiamo subito danni evidenti e un arbitraggio ostile sin dal 40° secondo (ammonizione di Kolarov) per finire alla punizione dal limite nettissima negata a Maurito.
Nelle ultime 6 partite, in ben 5 occasioni la Lazio si è vista penalizzata di punti da decisioni inspiegabili e contrarie.
Segno che non contiamo nulla a livello societario e che, anzi, siamo invisi alla categoria e alle Istituzioni, presumibilmente per colpe e responsabilità di chi presiede la nostra Società.
Nessuno alza la voce, men che meno i mezzi di informazione romani che, quando si tratta di uno starnuto nei confronti dei dirimpettai aizzano cagnare per settimane su organi di stampa, radio e televisioni, con dibattiti, interviste e chiamate di popolo. Quando succede alla prima squadra della Capitale fanno passare tutto sotto traccia, evitando battaglie e addirittura riferimenti espliciti (VERGOGNATEVI!).
Dunque, niente peso informativo (che come ben sappiamo incide sull’opinione diffusa, ma anche sulla “gestione” del pallone), niente peso politico (i nostri altolocati “rappresentanti” di tifo nei mezzi di informazione e negli scranni politici se ne fottono altamente), un irreale silenzio farcito di rassegnazione e di diffuso pessimismo. Immagino con l’altra squadra in queste condizioni…immagino!
I GIOCATORI
Dico solo una cosa. Questi presunti atleti non hanno nelle gambe la forza di fare un tiro cattivo, un contrasto cattivo…non hanno forza nelle gambe. Sono molli e lenti, prevedibili e scontati. Sono riusciti a Genova (ma anche per tutto il 2° tempo con la viola) a non fare un solo tiro in porta dal secondo goal della Samp (mezzora del 1° tempo) al 45° della ripresa: cioè, una squadra disperata che dovrebbe schiumare rabbia, concentrazione e voglia di vincere e salvarsi, non ha prodotto un solo tiro in porta in casa per un tempo intero e a Genova per 60 minuti!!! Non c’è altro da aggiungere, se non che una società seria e importante (come dovrebbe essere una Società della Capitale) da oggi porterebbe questi “eroi” in ritiro fino a salvezza raggiunta. Esattamente come facevano, in luoghi ben più ameni, il compianto Costantino Rozzi e i vulcanici Gaucci e Anconetani.
I TIFOSI
10 con la lode
Ancora una volta i migliori. A Marassi aleggiava in cielo solo un lungo infinito canto d’amore, un inno sovrastante tutto e tutti.
Solo loro, solo noi possiamo salvarla.
Perché gli altri, ci vogliono in B.