DODICESIMO IN CAMPO
Lo ha detto Reja, lo hanno compreso in pieno i giocatori della Lazio, che nelle ultime due gare hanno ritrovato quella compattezza e quell'unità d'intenti smarrita in precedenza. All'appello, adesso, mancano soltanto i tifosi. I dati sono inequivocabili. Nelle ultime quattro gare casalinghe c'è stata una vera e propria fuga dall'Olimpico, con le presenze che si sono attestate sempre attorno alle 20mila unità (il girone d'andata si era concluso con l'incoraggiante media di 31mila), nonostante una squadra costantemente in lotta per un piazzamento Champions. Colpa del clima invernale, certo, e della mai digerita tessera del tifoso. Ma anche di una tifoseria che, in nome dell'eterna guerra a Lotito, ha deciso di disertare lo stadio.
Eppure, mai come quest'anno, la società ha cercato di tendere una mano ai propri supporter. Da un mercato finalmente ispirato per passare all'aquila Olympia, fino ad arrivare al potenziamento del settore media (rivista e radio) e alla promessa di scrivere sulle maglie, l'anno prossimo, «la prima squadra della Capitale», tutte le mosse hanno rappresentato un tentativo di riavvicinare i tifosi all'Olimpico.
È il momento di scendere in campo. È il momento che la curva Nord torni davvero ad essere il dodicesimo uomo in campo. ILTEMPO