E' MORTO GUIDO PANCALDI
Attention. Trois, deux, un. E poi fischiava, di un fischio allegro che ha riempito molte delle nostre serate. Sia lode nei secoli dei secoli a Giochi senza frontiere, trasmissione-cult che ha accompagnato il passaggio dall'infanzia e all'adolescenza di almeno un paio di generazioni di italiani. Con il garbo d'altri tempi, l'adrenalina del gioco e l'illusione che anche noi, nei nostri tinelli di provincia, facessimo parte di quella cosa enorme che chiamano pianeta. Se n'è andato in queste ore Guido Pancaldi, che di Jsf era stato il giudice, insieme con un'altra icona, Gennaro Olivieri, scomparso due anni fa.
Pancaldi era del '22, viveva ad Ascona, dove era nato. Era svizzero, arbitro internazionale di hockey. Era un signore elegante, vestiva in toni chiari, restituiva a chi lo guardava una calma olimpica: il giudice perfetto. Dal 1965 al 1982, quando finiva la sigla di apertura, erano Pancaldi e Olivieri quelli che ci introducevano alla trasmissione. La trasmissione aveva ascolti altissimi, impensabili oggi. Nel 1978, la finalissima piazzò davanti alle tivù di tutta Europa quasi 200 milioni di telespettatori. I giochi erano a tema, molto semplici. Le varie nazioni si sfidavano c'erano varie specialità, una vinceva, le altre no. Italia contro Francia. Francia contro Grecia. Grecia contro Inghilterra. E via così. Era molto rassicurante. Erano tempi, probabilmente, in cui ci si appassionava per poco. Erano giochi, nel senso più pulito della parola. Migliaia di bambini italiani, in quegli anni settanta, sono andati a scuola infilando nella cartella i quaderni ispirati a Jsf. C'era pure il gioco in scatola, dove - se non ricordiamo male - era fotografato un clamoroso cagnolino bianco. I