FINALMENTE PARLA STEFANO MAURI

SKY SPORT- Sono due anni che va avanti questa storia. Speriamo finisca presto, voglio tornare a giocare il prima possibile". E' l'auspicio del capitano della Lazio, Stefano Mauri, coinvolto nella vicenda del calcioscommesse e già squalificato dalla Corte di Giustizia Figc per doppia omessa denuncia per le presunte combine di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, del maggio 2011. "Io scommetto? No, assolutamente no - assicura il centrocampista biancoceleste ai microfoni di Sky Sport -. Solo su basket e tennis. Mi chiedo tutti giorni come sono finito in questa situazione. Tornando indietro non rifarei tante piccole cose: non prenderei mai la scheda telefonica (datagli da un suo amico titolare di un'agenzia di scommesse, ndr) ma so di non aver fatto niente di male. Non sono andato contro le regole di questo sport".

"Dalla procura di Cremona sono sempre stato dipinto come Al Capone, come un gangster, e ancora continuano a dipingermi così e non so per quale motivo - lamenta Mauri, in merito al suo coinvolgimento nell'inchiesta penale sul calcioscommesse -. E casualmente tutte le volte che c'è un appuntamento importante davanti alla giustizia sportiva esce sempre una notizia dalla procura di Cremona. Una volta è un caso, due non lo so...". Il riferimento è all'intervista al procuratore, Roberto Di Martino, pubblicata a ridosso dell'udienza del Tnas, chiamato ad emettere il lodo sull'arbitrato tra il giocatore e la Figc, in merito alla squalifica di 9 mesi disposta dalla Corte di giustizia federale. "Sono ancora in attesa di un giudizio e da 5 mesi non posso giocare - aggiunge il capitano della Lazio - e dopo due anni non c'è una prova contro di me". "Non so se ci sono precedenti in cui un pubblico ministero rilascia un'intervista verso una persona indagata con le indagini ancora in corso - conclude -, ma per me è avvenuto nei momenti cruciali del mio procedimento".

 FORCING - Registrazione N° 383 del 7 ottobre 2010 

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