GARRIDO PER LO SPRINT

Garrido è qui, protagonista delle giornate decisive. Sabato a San Siro giocherà la quarta partita da titolare degli ultimi cinque turni di campionato. «Finalmente sto bene — ha detto a Lazio Style Radio —. L’infortunio è dimenticato, ora sono felice perché ho la possibilità di giocare e di dimostrare il mio valore». Già, l’infortunio. Lo staff medico della Lazio l’ha rimesso in piedi facendolo tornare atleta. È stato utile un confronto con Ivan Carminati, preparatore atletico del Manchester City di Mancini (oltre che della Lazio dello scudetto). Garrido ha via risolto i suoi problemi muscolari, originati principalmente da una postura sbagliata. A marzo finalmente ha visto la luce in fondo al tunnel, proprio quando il tunnel sembrava non finire mai. A dicembre un giorno, dopo una delle tante ricadute seguite all’infortunio al tendine d’Achille, il basco scoppiò in lacrime tra le braccia di Reja, una volta capito che avrebbe saltato l’ennesima partita.

La Lazio così cominciò a guardarsi intorno, temendo di non poter recuperare questo ragazzo arrivato con la pesante etichetta di nuovo Kolarov. Non è Kolarov, non lo sarà mai per caratteristiche fisiche, ma ha un piede più che buono e da qui alla fine della stagione vuole giocarsi le sue chance in ottica futura. Roma gli piace, «giocare all’Olimpico è speciale, emozionante», ha detto. «A Catania abbiamo ottenuto una vittoria importantissima — ancora l’ex City —, dimostrando di essere veramente forti. Non potevamo sbagliare. Ora siamo in una posizione di classifica buona». Tanto che Reja ha consigliato di guardare avanti: «Il terzo posto? Se facciamo le cose come sappiamo fare, possiamo raggiungerlo. Ma è importante pensare partita per partita, poi alla fine vedremo quale risultato avremo conquistato».

Ma intanto le prossime cinque, di partite, saranno tutte sue. Ha battuto la concorrenza interna di Scaloni, il ruolo di vice Radu è tutto suo. Il suo punto forte è il piede sinistro: con l’AlbinoLeffe in Coppa Italia segnò su punizione, a Napoli servì l’assist a Dias per il momentaneo 0-2. «A fine allenamento a Formello mi alleno sempre sui calci da fermo, con Hernanes, Zarate e Mauri». A San Siro avrà davanti Maicon, mica uno qualsiasi. «Vorrei vedere tanti tifosi della Lazio a Milano», ha aggiunto. Ci saranno, aspettando una sorpresa. Lui, Garrido, il suo uovo di Pasqua l’ha già aperto: neppure lui avrebbe creduto a gennaio di lottare con i compagni per la Champions. GAZZETTADELLOSPORT

 FORCING - Registrazione N° 383 del 7 ottobre 2010 

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