GOL CAPOLAVORO DI MAURI

Nel segno di Mauri. L’uomo che aveva deciso il derby segna la rete più importante, quella del secondo vantaggio, nella sfida per il terzo posto con il Napoli, consentendo alla Lazio di onorare nel migliore dei modi la memoria di Giorgio Chinaglia, di fare un balzo in avanti nella corsa al terzo posto Champions, di spedire i rivali più temuti e pericolosi a meno 6.
La Pasqua biancoceleste è santificata dal 3-1 alla banda Mazzarri, un risultato che dà morale a Reja atteso, insieme alla sua squadra, dall’esame più difficile: la trasferta allo Juventus Stadium contro l’imbattuta capolista. Il Napoli perde un’occasione, forse definitiva, nella corsa Champions. La squadra di Mazzarri, come era successo con Catania e Juventus, cede alla distanza.
All’Olimpico rimonta con Pandev la rete iniziale di Candreva, ma sul più bello, quando può osare per andare a caccia della vittoria, cede di schianto favorendo la rinascita laziale. Due punti in quattro partite: è brusca la frenata napoletana. La Lazio invece festeggia. Dopo un primo tempo contraddittorio, torna a comandare nella ripresa. Mauri firma il nuovo vantaggio al 23’ con una rovesciata magistrale dopo un cross lungo di Radu, un gol tanto bello quanto importante. Ledesma chiude i conti sul rigore conquistato da Rocchi, steso da un inutile fallo di Britos. Chinaglia in cielo sarebbe contento. Il Napoli, invece, non lo è. Mazzarri negli spogliatoi può recitare anche il mea culpa: è vero che gioca senza gli esterni titolari, Maggio e Zuniga, ma il 4-3-2-1 con cui affronta la partita non è convincente: la squadra, inoltre, sembra stanca, più di testa che di gambe.
La Lazio parte forte. A Parma, otto giorni fa, aveva concesso due reti nei primi 12 minuti, stavolta sorprende gli avversari con la prima rete biancoceleste del romanista Candreva, complice la papera di De Sanctis. Sembra una serata in discesa anche perché il Napoli, che Mazzarri per la prima volta in questa stagione schiera con la difesa a quattro, è stanco, è spento e piatto. Ma neppure la Lazio sta tanto bene.
La partenza sprint è un’illusione. La squadra di Reja, anziché provare ad allungare, prova a gestire il vantaggio con il risultato di far rientrare il Napoli in gioco. Mazzarri, che aveva deciso di puntare sui quattro tenori, vede ripagata la sua scelta: la rete di Pandev, festeggiata anche polemicamente sotto la curva di Lotito, è favorita da un’invenzione di Lavezzi, un colpo di tacco che manda in tilt Konko e la difesa biancoceleste e smarca il macedone davanti a Marchetti. Prima dell’1-1, lo stesso portiere in uscita aveva neutralizzato Cavani. E una volta raggiunto il pari, il Napoli lamenta un sospetto rigore per una spallata troppo decisa di Cana su Pandev. Gli ospiti hanno un’occasione anche all’inizio della ripresa, solito affondo di Lavezzi a sinistra e Pandev non arriva per la deviazione sotto misura. Poi, all’improvviso, staccano la spina. Mazzarri in camicia è esterrefatto e scuote la testa. La Lazio ha il merito di capire le difficoltà degli avversari e ripartire a testa bassa. Ma per vincere serve una prodezza. La prodezza di Mauri. (Alessandro Bocci) CORRIEREDELLASERA

 FORCING - Registrazione N° 383 del 7 ottobre 2010 

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