IL NAZISTA E' ROMANISTA
GIANCARLO GOVERNI-GLOBALIST- Il tifoso con la bandiera nazista al Circo Massimo era della Roma, ma se fosse stato laziale i titoli e le polemiche sulla stampa si sarebbero sprecati.
L'altra sera quando ho letto l'articolo di Globalist in cui si raccontava l'episodio della bandiera nazista davanti al maxischermo del Circo Massimo mi sono ovviamente indignato, poi ho letto il commento di un anonimo che diceva: "Se non dicono per quale squadra tifano i nazistelli vuol dire che non sono laziali".
L'anonimo ci aveva preso: non sono della Lazio bensì della Roma. La cosa è stata detta en passant da qualche giornale nel corpo di un lungo articolo quando si dice che nella perquisizione domiciliare dell'arrestato sono stati trovati simboli mc donald's, mentre il nonno affermava che il suo nipotino è un bravo ragazzo che non sa niente di politica ed è soltanto malato per la Roma.
Se fosse stato laziale avremmo visto la notizia sparata nei titoli, ribadita nei sommari e negli occhielli. Perché la Roma e i suoi tifosi godono di un trattamento di favore, oramai è accertato, di una sorta di immunità. Mentre alla Lazio non si perdona niente, neppure l'insulto omofobo di un suo giocatore argentino che poco conosce l'italiano, in risposta a un pidocchioso che lo aveva insultato in un social forum dove le cose dovrebbero rimanere riservate nell'ambito dei cosiddetti "amici".
Ai laziali non rimane che prendere atto, e sperare non dico che l'atteggiamento della stampa cambi perché oramai la cultura è quella, ma che i tifosi, i giocatori e la società non diano mai spunti per finire sui giornali se non per motivi sportivi. Perché a loro nessuno fa sconti.
P.S. Per fare un esempio, Zazzaroni l'altra sera nel commentare la debacle azzurra nella finale europea, ha detto giustamente che nelle nostre squadre giocano pochi italiani. E, anziché portare ad esempio l'Inter che fece il famoso "triplete" senza neppure un italiano in formazione, ha tirato fuori la Lazio, che qualche titolare italiano ce l'ha.