IL PUNTO BIANCOBLU

ROCCO ILARIA- Un caro saluto a tutti i laziali che ci leggono.

Cominciamo questa rubrica settimanale nel miglior momento possibile, se rapportato agli ultimi "tragici" mesi di gestione ballardiniana, all'indomani di una chiara e netta vittoria in quel di Parma, campo senza dubbio ostico, come la stessa Inter ha verificato solo pochi giorni fa.
Un'aria diversa, una partita semplice ma ordinata, giocatori al loro posto (cioè quello giusto), motivazioni nuove.
Un allenatore di grande esperienza che ricorda nei modi e nella sapienza tecnico-tattica il buon Dino Zoff.
A tal proposito, questo allenatore friulano, amico di Capello ed apprezzato in tutti gli ambienti calcistici nazionali e non, lo vedrei molto bene come Direttore Generale negli anni a venire.
Ma si sa, è molto difficile, se non impossibile, convincere Lotito della utilità di figure dirigenziali che non coincidano con la sua persona.
Tornando a ieri, Parma - Lazio era la classica partita da dentro o fuori.
E in tal senso ci siamo avvicinati al match del Tardini, con molta ansia, derivata da una settimana terribile vissuta da terz'ultimi in classifica e con la tifoseria laziale costretta a rimanere a casa, causa un iniquo provvedimento di allontanamento dalla partita partorito a metà settimana.
Una settimana in cui ambiente e società hanno provocato una violenta scossa alla paludosa e stagnante situazione della squadra: con una contestazione a Formello e con la sostituzione della guida tecnica.
Ciò, visti i risultati, si è rivelata una panacea delle migliori specie, portando una realtà (quella laziale), abbandonata dai mezzi di informazione, tutti impegnati alla critica (giusta) più feroce nei confronti di tutto e di tutti, al crocevia della stagione.
Non potevo mancare, nei momenti storici degli ultimi 40 anni (e non solo) ci sono sempre stato; e, quindi, partenza per Parma, con un carico di fiducia comunque alto.
E' stato bello scoprire quanti tifosi laziali abbiamo in tutto il Nord e quanti altri sono in ogni caso riusciti ad accaparrarsi un biglietto di Tribuna: perchè due veri e propri boati si sono levati alti nel cielo emiliano ai goal della Lazio.
Un incredibile doppio urlo di liberazione più che di tripudio, con, da controaltare, un senso di paura diffuso nelle componenti gialloblu.
Eppure....eppure anche in questa occasione hanno cercato di fermare il cammino della nostra compagine; come contro la Juve, come contro il Catania, anche ieri un episodio a nostro danno che ha del clamoroso e che poteva davvero avere delle conseguenze disastrose sul campionato della nostra amata.
Ma, d'altronde, questo lo si sa: non siamo l'altra squadra, non godiamo di impunità arbitrali (vedesi i sempre più numerosi faccia a faccia del loro capitano con gli arbitri) nè di stampa che amplifica e difende ad ogni piè spinto.
Noi siamo la S. S. Lazio 1900 e a noi mai nessuno regala niente; tutto quel che si fa viene abbondantemente guadagnato sul campo.
E così anche ieri.
Gol regolare con annesso rigore ed espulsione in subordine negati....ma la Lazio è immortale e lo stellone che ci segue nei momenti topici della nostra storia è magicamente riapparso per siglare altri 2 goal, validi e impossibile da annullare...
Gli abbracci in Tribuna sono stati intensi e bellissimi. Tanta paura scacciata in un batter di ciglio. Come è giusto dovesse essere, come è giusto che sia.
Alla faccia di quei piagnoni che ce stavano a gufà...e a sperà...
E ora, ricomincia il campionato della Lazio.
Ci toglieremo parecchie soddisfazioni.
Una in particolare, la stiamo aspettando.
Il tempo è sempre galantuomo.
Rocco Ilaria

 FORCING - Registrazione N° 383 del 7 ottobre 2010 

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