IL PUNTO BIANCOBLU
ROCCO ILARIA- C’è inquietudine nell’etere, inquietudine nelle segrete stanze finanziarie, sconcerto negli addetti ai lavori (forzati), incredulità diffusa. Questa Lazio è prima in classifica. E pure con 2 punti di vantaggio sugli inseguitori. Da quando l’Aquila ha preso a volteggiare sopra a tutti, si è cominciata a respirare un’aria di sottovalutazione, condita da sorrisetti e battutine, neanche tanto velate, sulla estrema precarietà e casualità del momento biancoceleste. Si aspettava con tranquillità la trasferta di Bari per rivedere finalmente (per loro) la nostra Aquila rientrare nei ranghi, pronta ad esser immediatamente risucchiata in favore delle solite note…le milanesi (quest’anno DEVE toccare ai rossoneri vincere il tricolore), la Juve (che DEVE tornare grande) e una tra Roma (sempre bisognosa di incassi Champions data la precarietà societaria e l’immensa piazza di milioni e milioni di afecionados…) e Naples 2000 (che come sappiamo possiede tifosi sparsi in tutta la galassia = introiti commerciali).
Tutte le trasmissioni radiotelevisive seguite dal sottoscritto in questo fine settimana hanno fatto a gara a sminuire l’impegno in posticipo della nostra amata, come se non esistesse una capolista del campionato di nome Lazio. E da sabato sera tutti si sono affrettati a celebrare le lodi della prima in classifica (Milan, poi domenica pomeriggio Milan e Inter) ignorando del tutto la reale capolista che ancora doveva assolvere al proprio impegno. Tanto, si pensava, la Lazio a Bari non avrebbe mai vinto (vero Costacurta? Vero Bettega? Vero Mauro?).
E invece? E invece, con nostra somma goduria, assai vicina alla purissima libidine, è stato un piacere del cuore vedere i loro visi contriti e i loro sorrisi a mezz’asta alle ore 22.30 di domenica.
Quella gioia interiore, molto silmile ad un riscatto vendicativo, che ci ha tenuti svegli a monitorare tutto e tutti fino alle 2 di notte…
Ma perché questa Lazio è prima in classifica? E ancora: dove mai potrà arrivare questa Lazio? Ma come? Questa è la stessa Lazio dell’anno scorso, dunque, come è possibile un silmile cambiamento in positivo?
Eccoli i quesiti angosciati che sentiamo ripetere ormai con insistenza da tutti coloro che, evidentemente, di Lazio non sanno niente, me erano abituati solo a gestire palinsesti biancorossoneriazzurri, con ampie aperture all’azzurropartenope e al giallo e rosso.
Ma le risposte sono molto, ma molto più semplici di quanto si possa pensare. Almeno per un osservatore minimamente attento alle cose calcistiche.
Allora diamogliele queste risposte, sennò questi nun ce dormono per altre settimane (a proposito, stanno facendo a gara a dire che la Lazio può godersi il primato per un’altra settimana…io me gratto e dico che ce lo godremo per tante altre settimane…alla faccia dei gufi e degli scaramantici, che come sappiamo bene, se portano jella da soli).
L’arcano è presto svelato, basta seguire la logica:
1. La Lazio non è affatto la stessa dell’anno passato. Fino a febbraio 2010, non potette contare su Dias, Biava, Floccari e Ledesma. Quest’anno, oltre ai sopra citati si è arricchita di Matuzalem (sempre assente nella passata stagione9 e di Hernanes. Mi sembra che la differenza sia considerevole.
2. La Lazio, da quando è arrivato nonno Reja (cioè da febbraio ad oggi) ha collezionato risultati e punti con un cammino da Champions. Basta calcolare.
3. La Lazio ha il miglior centrocampo del campionato quanto a tasso tecnico e una difesa impenetrabile.
4. La Lazio ha uno spogliatoio “coeso” (eddaje, almeno sto termine rubamojelo a Lotito!) come non si vedeva da anni, complice anche l’allontanamento definitivo di parecchi elementi di “disturbo”, peraltro di livello non consono ai traguardi della nostra amata.
5. La Lazio non disputa coppe europee e quindi può concentrarsi esclusivamente sul campionato.
Non era difficile risalire a queste ragioni che fanno della Lazio la prima in classifica.
Ma a chi ci odia fa piacere continuare a pensarci una meteora.
Lasciamoli cuocere nel loro brodo.
Finchè non ci si bruceranno.