IL PUNTO BIANCOBLU
ROCCO ILARIA- LOGICA CAPITOLINA.Altra prestazione di livello della Lazio in quel di S.Siro rossonero (dove ormai è costume regalare rigori e punti alla Berlusconi’s band) e il “branco” fa nuova festa a fine partita.
Bene, si continui così senza abbassare la guardia e tra qualche domenica saremo in porto.
Ma soprattutto continuare ad inanellare risultati positivi, a cominciare da sabato con il Ciuccio partenopeo (nostro acerrimo rivale di sempre) in cerca dell’Europa che conta.
Quante volte nella nostra storia squadre senza motivazioni di classifica ci hanno aspettati al varco casalingo col coltello tra i denti per batterci e farci svanire sogni di gloria!
Nel 73 proprio il Napoli ci tolse lo scudetto, nel 99 la Fiorentina (che ci provò pure l’anno appresso), sovente la Roma (ma questo è un caso molto più “naturale”).
Bene. Noi siamo intrisi ed imbevuti di questa logica.
E a chi ci chiama provinciali, rispondiamo PROVINCIALI PRESENTI!
Veniamo al dunque.
I dirimpettai, tra una quindicina di punti omaggiati dai vari Tagliaventi e Rizzoli (contemporaneamente sottratti scientificamente ai nerazzurri) e infinite botte de sedere, si sono portati nei pressi del “grande sogno”, che, se raggiunto, li farebbe restare in vita ( a dispetto di Unicredit) ancora per qualche anno…
Ormai già si preparano le classiche feste de paese trapiantate nei quartieri romani, tonnellate di vernice a zozzar la Capitale, caroselli continui pe na mesata o giù di lì.
C’è un modo per evitare che questo vero e proprio incubo si materializzi per noi e per la nostra città?
Beh, un modo ancora ci sarebbe; basterà sentirsi un po’ provincializzati, aderire alla LOGICA CAPITOLINA.
Cosa dice questa benedetta logica?
Anzitutto ci porta dritti dritti al derby.
Eh già, il derby; le loro forche caudine.
Qui in città, sponda biancoceleste se ne sente già parlare in termini di MADRE DI TUTTE LE PARTITE. Da sabato sera il tam tam è continuo e assordante.
Tagliavento o Rizzoli, Rizzoli o Tagliavento, questo derby bisogna vincerlo a tutti i costi ed in ogni modo.
Ora è la partita della vita e ovunque vi sia manipolo di laziali la parola d’ordine è RIEMPIRE LO STADIO, ultimo baluardo utile per evitare una catastrofe sociale e di costume alla nostra meravigliosa città.
L’”urlo di guerra” (sportiva, naturalmente) già si è alzato nei cieli della Capitale e tutti i giocatori e ogni tifoso laziale sugli spalti dovrà dare il 150% delle proprie possibilità (pedatorie e canore).
Abbiamo da toglierci parecchi sassolini dalle scarpe dopo un’annata in cui ci hanno spernacchiato a gogò, complici le nefandezze societarie passate (non parlo al presente perché la società, attualmente, è stata esautorata dal gruppo e dallo spogliatoio).
E per la LOGICA di cui sopra, questa vera e propria missione redentiva non potrà certo concludersi con il derby.
Occorrerà completarla in sede di Lazio – Inter, allorquando ai Campioni d’Italia dovrà necessariamente opporsi gentilezza e scorrimano, applauso e carineria.
Tradotto: famoli vince e BASTA!
Questo il popolo laziale, alla stregua dell’antico popolo romano assiepato nel Colosseo, chiede ai propri “gladiatori” (me fa ‘n po’ strano chiamarli così dopo averli visti travestiti da pecore per quasi tutta la stagione…) versando il pollice alto e quello basso: vittoria nel derby, sconfitta con l’Inter.
Vogliamo salvare le nostre future generazioni sportive e i luoghi sacri della nostra comunità?
E allora non v’è altra modalità che aderire alla LOGICA CAPITOLINA.
E che Dio ce metta na pezza.