IL PUNTO BIANCOBLU

ROCCO ILARIA- 

E’ stata un’estate soddisfacente dal punto di vista del nostro calcio mercato.

E’ arrivato un fuoriclasse del calibro del “Profeta”, miglior giocatore brasiliano e sono stati aggiunti elementi di sicura affidabilità, come Bresciano e Gonzales.

In più, la conferma di Floccari e il recupero di Matuzalem, vanno a completare una rosa molto competitiva, in rapporto, naturalmente alla mancanza di competizioni europee di quest’anno.

Ad occhio e croce, se Nonno Reja riuscirà a tenere a bada i “soliti” scontenti, questa Lazio potrà giocarsela tranquillamente per l’ingresso alla prossima Europa League.

Intanto, 3 punti e il primato cittadino.

Il resto verrà.

Come speriamo di rtrovare al più presto la nostra tifoseria di punta, quella della Curva e della Tevere, che per ragioni rispettabilissime hanno deciso di non adeguarsi ai diktat statali riguardanti la tessera del tifoso.

Un fatto è certo: senza questa essenziale componente del tifo, lo stadio diventa assai più triste e melanconico.

E la Lazio ci rimette.

Ma, ora,  vorrei soffermarmi su alcune “strane” operazioni di mercato dell’ultimo minuto.

Prendiamo, ad esempio, Ibra, Robinho, Borriello e Burdisso.

Molti (anzi tutti) si sono chiesti meravigliati: ma come ha mai potuto una società che versa in così gravi problematiche economiche investire un paio di decine di miliardi per acquistare uno stopper dell'Inter e un centravanti del Milan? E perché,

Improvvisamente, una società che aveva urlato ai 4 venti l’austerity di mercato (suffragata dai fatti di questi ultimi anni) “impazzisce” e porta a casa due talenti di quel calibro, contraddicendo le prerogative della sua presidenza?

La domanda ha una risposta un pò tortuosa e richiama probabilmente eventi politico-economici che, purtroppo (e dico purtroppo), non riguardano la S.S.Lazio 1900, gestita da un Presidente tagliato fuori dai grandi giochi di potere del calcio moderno (che

poi, come vedremo, sono anche e soprattutto, giochi politici).

In tal senso, occorre dare atto dell’abilità mostrata (era ora!) nel portare a casa le prestazioni del miglior giocatore del Brasile, Hernanes, senza l'aiutino di nessuno.

Ma torniamo alle sorprese dell’ultima ora.

Le ragioni stanno a monte.

Ricordate lo strappo Fini-Berlusconi? Beh si tratta di storia assai recente.

Una storia che non lascia presagire nullo di buono in casa PDL.

E allora, secondo la mia fantascientifica teoria, quel gran furbacchione del Berlusca che ti combina?

Si rimangia, seduta stante, tutte le esternazioni di austerity economica per il suo giocattolo calcistico (il Milan) e....voilà! con colpi di mercato sontuosi e costosissimi si riappacifica con le anime in pena della sua Sud (che lo contestavano ferocemente ormai

da un bel pò di anni) e, quindi, con il suo sterminato popolo rossonero.

Poi, con un colpo di coda sensazionale, che fà? Facilita l'ingaggio del suo centravanti di scorta (ormai tagliato fuori da Ibra e Robino) ammollandolo alla dirimpettaia cittadina - cioè laddove gli entusiasmi si infuocano ad una semplice miccetta - andandosi a

rimbonire, con un gesto di cortesia (così è stato definito dal Corriere dello Sport) l'intero popolo romano (perchè loro, i propagandisti di professione, così considerano l'equazione Dirimpettaia - città di Roma).

Ma perchè cotanta improvvisa generosità nei confronti di milioni di tifosi di calcio?

Anzitutto c'è da considerare l'Inter.

Er Berlusca s'è scocciato de magnà polvere.

La vittoria in Champions dei nerazzurri l'ha stranito. Non bastava esser raggiunto e superato nei tricolori, mo sto Moratti che vorrebbe fà? Er filotto de quarche Champions?

Non sia mai detto. E allora eccolo lì pronto ai nastri di partenza del nuovo anno con un solo grande chiodo fisso in testa: vincere la prossima Champions e strapparla ai cugini (stessa patologìa riommers quando la S.S.Lazio 1900 vince qualcosa).

E allora, bando alle dichiarazioni di risparmio e apertura del potrtafoglio di famiglia per ridiventare i più forti.

Dunque: Milan concentrato sulla prossima Champions. Inter concentrata sulla prossima Champions per un bis storico (tanto gli scudetti sono stati già 5 di fila, chissene). La Juve amica di un ventennio non c'è più (Moggi & C. sono a casa, o al più in qualche

privata a smoccolare) quindi uno sgarbo in più o in meno poco cambia.

Chi rimane per far vincere il prossimo scudetto e beccasse pure una gran fetta del consenso popolare romano? Ma lei, naturalmente: la Dirimpettaia, definita società der popolo daaa Capitale e della Intellighentia capitalistica italiana.

Et voilà, les jeux sont fait.

Noi, naturalmente, ci auguriamo che questa fantascientifica teoria non abbia il minimo seguito.

A naso, un bel piano del Cavalier per tutelarsi in vista delle prossime (probabilissime) elezioni politiche, con un bel pieno di consensi (calcistici) a Milàn e nella “odiata” Capitale.

Tutto partì dalla bagarre Fini-Berlusconi.

Per finire al Sig. Belen.

Nel frattempo, speriamo che il Profeta e Benitez sappiano rovinargli i piani.

 FORCING - Registrazione N° 383 del 7 ottobre 2010 

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