IN ONORE DI SILVIO PIOLA

Lazio-Novara è la partita giusta per ricordare l'immenso Silvio Piola. Il giocatore italiano più forte di tutti i tempi. Ecco come lo ricorda il Corriere della Sera.
La figlia di Piola racconta «Papà Silvio e un pallone che non esiste più»

A 15 anni dalla scomparsa, Silvio Piola è una leggenda. Non solo perché detiene record imbattuti, come il numero delle reti segnate (290) e gli anni di attività agonistica (25, con una lunga  interruzione durante la seconda guerra mondiale). Ma anche perché era, e resta, un personaggio molto amato. Lo dimostra il tributo che gli verrà riservato lunedì sera, nel posticipo tra Lazio e Novara, di cui è stato grande campione. A ricevere il riconoscimento sarà la figlia, Paola. In cosa consisterà? «Non lo so, sarà una sorpresa. Graditissima. E sarà un’emozione forte: entrerò sul tappeto erboso, la realtà di cui mio padre viveva. Sentirò il calore della città e dei tifosi. Mi dovrò preparare per non commuovermi».
Tutti lo ricordano...«Due anni dopo la sua scomparsa, il Novara e la Pro Vercelli, le sue squadre, gli hanno intitolato lo stadio».

Per voi familiari cosa vuol dire questo calore?

«Ci dà il senso di come si possa vivere con una passione nel cuore che si riesce a trasmettere anche agli altri. Il calcio ha questa capacità».

Il ricordo di suo padre?

«Non ne ho uno solo. Io me lo porto dentro, avevamo un legame molto forte ed è lui che mi ha trasmesso la mia stabilità interiore. In casa, lui, non era personaggio, si è sempre adattato alle diverse fasi della vita con semplicità. Quando è arrivato il successo è rimasto con i piedi per terra. Era riservato».

Molto diverso, quindi, dai calciatori di oggi?

«Non avrebbe capito questo calcio. Lui andava e partecipava agli eventi soltanto se era il pallone che lo guidava».

Lei ha ereditato la passione per il calcio?

«Amo lo sport, sono una psicologa e ne capisco l’importanza per i ragazzi. E il calcio mi piace moltissimo».

Per quale squadra tifa?

«Per quelle in cui mio padre ha giocato. Sono i pezzi che lo hanno costruito. La Pro Vercelli lo ha fatto emergere, anche se di quel periodo ho solo le foto. Nella Lazio ha trascorso i suoi anni
d’oro. Il Novara è la squadra di cui ho più ricordi».

Suo padre tiferebbe Lazio o Novara?

«Da uomo di campo direbbe: vinca il migliore! Una partita è una partita e il giorno dopo è già archiviata».

Ancora oggi Piola detiene diversi record. Se dovesse scegliere un giocatore a cui cederli, chi sarebbe?

«Conoscendo il suo agonismo e quanto ci ha messo per strappare il record a Meazza, vorrebbe rimanere lì in alto da solo. Poi però penserebbe: sotto a chi tocca, provateci! Sarebbe il suo modo di dire ai calciatori di osservare il suo stile di vita. Lui si è conservato, si è tutelato. E, nell’epoca dei procuratori, ricorderebbe a tutti che ognuno è padrone di se stesso».
 

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