LA FESTA DELLA LAZIO

Sfilano gli atleti della Lazio rugby. E quelli del football americano, non puoi sbagliarti perché sulla tuta c’è cucito un bel casco. Passano le ragazze del calcio femminile. E i cestisti della
sezione basket, e quelli proprio no, non puoi confonderli, guardano tutti dall’alto in basso, questione di centimetri. Sfilano in divisa, colorati e ordinati, sono le ragazze e i ragazzi biancocelesti, sono il popolo laziale, atleti di ogni età che ogni giorno declinano il concetto di sport secondo la professione di fede della polisportiva più grande d’Europa, la terza in tutto il mondo: sacrificio, lealtà, rispetto delle regole. E’ la loro notte, è la notte della Lazio, è la notte per spegnere idealmente, tutti insieme, 112 candeline, per raccontare e rivivere il mito della fondazione, per immaginare un futuro ancora da scrivere e nuovi traguardi da centrare. E’ la notte della Lazio: i saloni di Spazio Novecento si tingono di biancoceleste, tra le divise indossate dagli atleti di ciascuna delle 52 discipline e quelle maglie storiche della Lazio calcio in bella vista, in cima alla scalinata. Dai terrazzini che affacciano su piazza Marconi il cielo sopra l’Eur sembra l’ideale per un lancio notturno, poche nuvole ma un vento che ha sconsigliato agli atleti della sezione
paracadutismo di saltare giù e planare al centro della piazza. Peccato, perché la metafora del volo rende bene l’essenza dello spirito biancoceleste.
OLYMPIA - Fortuna che c’era Olympia ad incarnare quella voglia di osare, di volare sempre più in alto: è stata lei, la mascotte della Lazio che incanta tutto lo stadio ogni volta che si gioca in casa, a rubare la scena. Anche a un campione come Brocchi, anche a un Marchetti gettonatissimo tra le ragazze per una foto ricordo. Olympia, accompagnata dal suo addestratore, si è fatta largo tra una folla di atleti e parenti, di campioni di ieri e di oggi, impossessandosi del palco nei momenti chiave: si è appollaiata alle spalle del sindaco Alemanno, si è lasciata accarezzare dalla presidente Polverini, ha preteso di stare al centro della foto di gruppo che ha unito, idealmente, tutto il mondo Lazio. Tutti insieme con una megatorta a più piani, uno strato bianco e l’altro celeste, e in cima un dolcissimo 112 per festeggiare il compleanno della Lazio.
SALUTI - La serata, presentata dal giornalista Gianfranco de Laurentiis, si è aperta con il messaggio del presidente del Coni, Gianni Petrucci, che ha elogiato la Lazio come «esempio di longevità e passione per lo sport. Il mio plauso al presidente Buccioni per la capacità di tenere vivo il
messaggio dei fondatori». Nel suo saluto, il presidente generale della polisportiva, Antonio Buccioni, si è rivolto ai più giovani - un invito ad impegnarsi nonostante le difficoltà quotidiane - e ha ricordato in particolare i campioni olimpici di Roma 1960. Un “assist” al sindaco Alemanno e alla presidente regionale Polverini. «Comincia la cavalcata verso Roma 2020 che si poggia sulle tante discipline sportive e sugli atleti che ogni giorno affrontano delle sfide», ha detto il sindaco
Alemanno. Che si è sbilanciato sul calcio: «Sono sindaco da quattro anni, non ho ancora visto lo scudetto a Roma. Perché non coltivare il sogno che sia la Lazio a vincerlo?». Renata Polverini, presidente della Regione Lazio, che ha anche indossato una t-shirt della sezione paracadutismo, ha rilanciato sul tema della candidatura olimpica: «Conosco l’entusiasmo degli atleti della polisportiva. Vi auguro tanti anni di successi e vi chiedo il sostegno per Roma 2020, serve anche la
spinta dal basso». CORRIEREDELLOSPORT

 

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