LAZIO: LA FESTA NON FINISCE MAI

La bottiglia, misura Mathusalem (non il giocatore), l’ha tirata fuori capitan Mauri. Sei litri di champagne, un fiume di bollicine e tanti spruzzi a tradimento. La Coppa Italia è passata di mano in mano, ma non è diventata un bicchierone, l’hanno sbaciucchiata sino alle 3 di mattina. I padroni di Roma hanno festeggiato per tutta la notte a Ponte Milvio, al locale Met. Mauri e Brocchi avevano organizzato tutto, i forti non perdono, al diavolo la scaramanzia. «Ma la Coppa dove sta?», cantavano i tifosi fuori dal cancello del locale, volevano vederla, la cercavano. Erano in migliaia, hanno fatto l’alba cantando e sfottendo: «La stellina dove sta? Dove sta?», l’hanno persa altri… Il cancello del ristorante era sbarrato, la festa di Coppa è stata privata: inviti validi solo per dirigenti, giocatori, tecnici e familiari. Tre infiltrati speciali: Baronio, Berni e Dabo. Ous è stato accolto con un boato, è l’eroe della Coppa Italia 2009.

I BALLI – Una festa eterna come il derby vinto. La Coppa Italia di Roma è stata alzata più volte al cielo: «Dalla a me, no a me». Ederson l’ha presa e ha capitanato il trenino. I bimbi scorrazzavano felici accanto ai papà-eroi. E’ partita la musica, prima le canzoni anni ‘80, poi da discoteca. Lotito, col cappotto immancabile, ballava Maracaibo. E ha trovato il tempo per incontrare Biava, c’era il rinnovo dentro la Coppa. Buffet misto: dalla mozzarella al pesce. Radu e Marchetti (a petto nudo) scatenati, facevano spola tra il locale e il cancellone esterno. Si sono arrampicati sulla ringhiera, hanno sventolato le bandiere. E’ arrivato Brocchi col trofeo: «Ragazzi, è nostra!», ha urlato. E’ esplosa la piazza. Petkovic, al tavolo con moglie e familiari, era composto. La Coppa se l’è presa Manzini. Ora brilla a Formello. Eroici? Di più: eterni. CORRIEREDELLOSPORT

 FORCING - Registrazione N° 383 del 7 ottobre 2010 

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