LAZIO PROBLEMA ATTACCO
La sconfitta di Cagliari ha ingigantito i limiti del reparto offensivo della Lazio, una squadra brava a difendersi un po’ meno a trovare con facilità la via della porta avversaria. E allora, mentre impazza la lotta Champions e tutte le concorrenti sono guidate dalle prodezze di un attaccante di riferimento, Reja è ancora alla ricerca di un bomber che sappia regalare gol pesanti nei momenti difficili delle partite. Il Napoli ha Cavani, l’Udinese Di Natale, la Roma Borriello e la Lazio? Il cannoniere principale è un centrocampista, il brasiliano Hernanes, a confermare come il vero problema dei biancocelesti si chiami gol. Il contributo di Floccari (sei reti), Kozak (cinque gol), Zarate (quattro), Rocchi (uno solo alla seconda giornata) è stato complessivamente modesto. Solo 16 reti sulle 33 complessive, meno del 50% sul totale: troppo poco per sognare un posto nell’Europa che conta. L’arrivo di Sculli ha dato un maggiore equilibrio tattico alla squadra ma l’ex genoano è ancora a secco dopo cinque partite giocate. E per fortuna che sono arrivati quattro gol da Mauri, un paio da Biava, uno Dias, Gonzalez e Ledesma. Tutto qui, i numeri non sono incoraggianti anche per le undici battaglie finali che attendono la banda di Reja fino al 22 di maggio. La Lazio ha l’ottavo attacco del campionato con 33 gol dei quali solo undici li ha realizzati in trasferta dove per ben cinque volte è rimasta a secco. La reazione c’è sempre stata ma, quando i biancocelesti vanno sotto, diventa molto difficile riuscire a ribaltare il risultato.
Reja è tornato a parlare della sconfitta di Cagliari dai microfoni di LazioStyleRadio puntando l’indice sulla difficoltà a segnare: «Abbiamo disputato un buon primo tempo però senza arrivare quasi mai alla conclusione. C’è rammarico perché era una gara alla nostra portata ma dovevamo fare qualcosa di più in avanti. Dobbiamo migliorare la concretezza sotto porta, è un problema che ci portiamo avanti da tanto tempo.
A questo punto della stagione dovremo trovare soluzioni alternative e avere più convinzione quando ci troviamo nell’area di rigore avversaria. Kozak? In tre episodi l’arbitro non gli ha fischiato netti falli a favore mentre appena tocca l’avversario viene penalizzato. Purtroppo, dalla gara di Milano in poi, va sempre così. Il quarto posto? Il destino è nelle nostre mani, dipende dagli scontri diretti. IL TEMPO