L'ESTERNAZIONE AGGHIACCIANTE DI MAURO

Pubblichiamo l'incredibile risposta di Mauro sulla nota polemica Mauri su twitter :
"Sarò felice quanto voi se la Lazio e Mauri non avranno conseguenze, Non fate finta di non capire che le mie parole erano dirette a chi si erge a censore dei comportamenti altrui solo perché indossano la maglia bianconera della Juve. Lo avrei fatto per qualsiasi squadra ed allenatore. Se ci credete bene se no fa lo stesso, io sono uno sportivo e non un tifoso”. 
Molto meglio l'articolo di Globalist che fotografa bene il personaggio Mauro :
Sky ci ha regalato un momento di imbarazzo nazionale: Il noto commentatore sportivo Massimo Mauro, ex deputato dell'Ulivo grazie al suo amico Veltroni, si è amabilmente intrattenuto con l'allenatore della Roma, Zeman, e a un certo punto gli ha chiesto: "Lei ha criticato tanto Conte, che è stato squalificato per dieci mesi ma non si è sospeso, ma non ha detto nulla sul fatto che ieri ha giocato qualcuno che pochi mesi era in galera".
Siccome il riferimento, implicito ma evidente, era al laziale Mauri, sottoposto a detenzione preventiva nei mesi trascorsi, l'ex onorevole era convinto di aver fatto bingo, il boemo attaccherà. E invece mister Zdenek gli ha dato una lezione: "mica le faccio io le sentenze."

E già; e neanche Mauro. Che da ex deputato, per di più iscritto al gruppo dei Democratici di Sinistra, dovrebbe sapere che sono le sentenze e non la carcerazione preventiva a determinare se uno è reo o no. E Mauri non è stato ancora sottoposto a processo, quindi ha diritto alla presunzione di innocenza, come tutti.
Ovviamente il Mauri non è stato tratto in arresto dalla giustizia sportiva che lo deve ancora giudicare dopo le audizioni dei mesi trascorsi, e quindi anche per l'aspetto sportivo ha diritto alla presunzione d'innocenza, fino alla sentenza. Nel paese della civiltà del diritto, un tempo si diceva "nel paese di Cesare Beccaria", neanche il Codice Rocco, del quale il Mauro ha manifestato evidente nostalgia, ha potuto fare quel che sogna Mauro, prevedere la condanna prima della sentenza.
L'incredibile esternazione del noto commentatore però non ha scandalizzato nessuno degli ospiti o dei conduttori presenti in studio, se non il sorpreso Zeman. E anche questo dovrebbe far riflettere, o, forse, sopratutto questo; quel silenzio per una volta si deve definire "davvero assordante". Un'espressione scontata e banale, ma che questa volta rende bene l'idea.
ilmondodiannibale.globalist.it.



 

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