NON SI CAMBIANO LE REGOLE

Niente slittamento, dunque, nonostante la maggioranza dei club fino a domenica spingesse in questo senso: il Consiglio di Lega di ieri, infatti, ha stabilito il rinvio a mercoledì 25 della giornata saltata lo scorso week-end. E, alla fine, decisivo e determinante, è stato il pressing delle televisioni. Ribaltato l’orientamento iniziale per lo slittamento (contrari alla fine Udinese e Palermo soltanto).
Giocare Juve-Roma a metà settimana e per di più di giorno, infatti, non sarebbe stata la stessa cosa, per di più con una sola altra grande sfida (il derby Inter-Milan) di qui alla fine del torneo. Insomma, alla fine hanno prevalso gli interessi dei network che garantiscono quasi un miliardo di euro stagione alle casse delle società di serie A.
In misura minore, invece, hanno inciso le telefonate e le mail di protesta di numerosi tifosi, che si lamentavano davanti all' eventualità di dover cambiare i propri programmi di viaggio in caso di slittamento delle partite. Ad esempio un gruppo di 120 persone in Belgio aveva già prenotato da tempo un pullman per assistere, domenica sera, a Juve-Roma e non aveva modo di spostare il viaggio.

SEMPRE DIVISI - La realtà, comunque, resta quella di una Lega che continua a rimanere profondamente divisa. La decisione del Consiglio, pur raggiunta nel giro di poco meno di un'ora di riunione, infatti, è stata tutt'altro che unanime. Al di là del Parma (Ghirardi era ancora furioso), che non si è reso nemmeno disponibile per la conference-call, anche il Palermo e l’Udinese (collegate via telefono come Juve, Napoli e Catania) hanno votato contro, con il club friulano che ha pure presentato una lettera scritta per illustrare la propria posizione. Probabile comunque che a indirizzare in via definitiva la scelta siano state Milan e Juventus, che hanno finito per allinearsi a Inter e Napoli, già schierate con fermezza (anche per andare contro a Beretta) per il rinvio.

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