OGGI RICORDO DEL GRANDE BOB

Ciao Bob, portiere e gentiluomo, com’era scritto nell’immagine posata sulle panche del Cristo Re, viale Mazzini, quartiere Prati. Un anno fa se ne andava per sempre, lasciando un vuoto enorme e una scia di profondissimi sentimenti, mai sopiti: mito, onore e gloria della Lazio, come ha ricordato Pino Wilson, uno dei suoi ragazzi, salendo sul pulpito a messa conclusa per ricordarlo. «Ora ti lasciamo andare Bob, e sarai contento di raggiungere altri tuoi e nostri amici come Umberto, Tommaso, Antonio, Mario, Luciano, Gigi e Renato» . I nomi di Lenzini, Maestrelli, padre Lisandrini, Frustalupi, Re Cecconi, Bezzi e Ziaco snocciolati uno dietro l’altro, con voce rotta dall’emozione, e dopo un fiume di ricordi racchiusi in tre o quattro minuti di parole. E’ stato il momento più toccante e struggente del suffragio a Bob Lovati, il cui sorriso resta vivo, ancora tra noi, e non potrà mai diventare sbiadito come una vecchia foto in bianco e nero.

QUARESIMA - Nasce dal cuore quel sorriso e il passo ciondolante da vecchio signore del calcio e della vita, l’immagine di Bob, un esempio che magari avrebbe già dovuto portare la società a intitolargli il centro sportivo di Formello, oppure la sala stampa, come era stato detto un anno fa di questi tempi senza che alle parole seguissero i fatti. Portiere, allenatore, dirigente, osservatore: tutto, compresa la Coppa Italia del ‘58, primo trofeo della Lazio. Ma ieri sera al Cristo Re c’erano ancora tutti i suoi ragazzi a salutarlo. Da Felice Pulici, a cui è toccata la prima lettura, a Giancarlo Oddi, che ha letto il salmo responsoriale. Da Giancarlo Morrone a Mario Facco, passando per Vincenzo D’Amico, Nando Orsi, Michelangelo Sulfaro e tanti altri pezzi di storia della Lazio. Una storia capace di conquistare anche padre Angelo, che un mese fa aveva celebrato la messa per i venticinque anni della scomparsa di Umberto Lenzini, il presidente del primo scudetto. «Era il giorno delle ceneri, cominciava la Quaresima che si sta per chiudere prima della settimana Santa. Ci sono state tante ricorrenze per la Lazio. E mi accorgo ancora di più quanto la dimensione dello sport e gli uomini che lo hanno frequentato ci siano vicini» .

STILE - Atmosfera raccolta e partecipata, senza il clamore e l’affollamento del funerale di un anno fa a Ponte Milvio, quando s’erano radunate migliaia di persone per salutarlo. Tanti vecchi amici di Bob, anche Antonio Buccioni (presidente della Polisportiva) e l’assessore Alessandro Cochi, diversi tifosi. Viene consegnata una sciarpa della Lazio a Stefano Lovati, oggi consulente ortopedico della società biancoceleste. E’ in prima fila con la famiglia: neppure una lacrima, come aveva ordinato Bob quando ci scherzava sopra con la solita leggerezza. Più la classe conosciuta da tutti e ricordata dal Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento: «Stile e classe, nello sport e nella vita, qualità innate che lo distinsero e lo resero uno dei campioni più amati»

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