PARLA BROCCHI

 

FORMELLO – Giornata di conferenza stampa in casa biancoceleste. Questo pomeriggio, è stato Cristian Brocchi ad incontrare gli organi di informazione presso la sala stampa del quartier generale capitolino. Ecco la conferenza stampa integrale del centrocampista lombardo:

Cristian, cosa ha lasciato il pareggio con la Fiorentina?
“Tanta amarezza dura da far passare, la delusione è stata talmente forte che sicuramente ci ha lasciato qualcosa dentro. Sono stato due giorni a pensare a quell’episodio. Abbiamo perso due punti di fondamentale importanza, ma non possiamo piangersi addosso, dobbiamo pensare a fare più punti possibili”

Cosa resta di positivo?
“Di positivo resta il modo in cui abbiamo affrontato la partita, con la giusta voglia e mentalità in un momento in cui manca un po’ di autostima. Questo è l’aspetto positivo. Nel secondo tempo per tante componenti, fisica e psicologica in particolare, siamo calati. Non si vedeva l’ora che arrivasse il 45°”

Quanto sono migliorate le cose con Reja?
“Reja ha portato una tranquillità che ci voleva e allo stesso tempo la consapevolezza di poter affrontare tutte le partite con uno spirito giusto. Prepariamo le partite nei minimi dettagli a seconda delle squadre che affronteremo. Sta cercando di infondere fiducia alla squadra e ai singoli giocatori. Probabilmente se avessimo vinto la partita con la Fiorentina in questa settimana avremmo lavorato con una serenità diversa. Avremmo potuto affrontare la Sampdoria con la classifica più bella rispetto a quella attuale. Con una vittoria lo spirito sarebbe stato più libero”

Da compagno come vivi il momento di Mauri?
“Verso Mauri ho sempre visto astio, ma nello stesso tempo ho sempre visto allenatori che lo fanno giocare. Dovremmo chiederci il perché di questo. In realtà penso che lui per noi è di fondamentale importanza perché riesce a dare una grande mano in entrambe le fasi di gioco, ha un ottimo tempo di inserimento, certo non è un attaccante di razza ed è normale che possa sbagliare. In questo momento vista la situazione di classifica ed ambientale non ha tranquillità sotto porta. Ho già vissuto questa situazione a Milano con Seedorf, con le dovute differenze anche lui veniva fischiato da tutto lo stadio, ma per la squadra era un giocatore di enorme importanza. Con le giuste proporzioni è lo stesso. I fischi nei suoi confronti mi sembrano prevenuti”

Quando pesano i pochi gol delle punte?
“Sicuramente quando vai a vedere i numeri e vedi che il solo Di Natale nell’Udinese, una squadra nostra concorrente, ha fatto 18 gol da solo, pensi che se anche i nostri avessero segnato tutte quelle reti la situazione sarebbe diversa. Ma non dobbiamo addossare tutte le colpe a loro, nei momenti negativi è giusto che ognuno si prenda delle responsabilità. Se loro non riescono a fare gol dipende da tutta la squadra che non li mette in condizione di fare bene”

Stendardo ha parlato di timore di deludere i tifosi…
“Che la squadra abbia paura di deludere i tifosi è una verità, a noi piacerebbe farli gioire sempre, vorremmo sempre vedere un pubblico festante che ti dia una carica in più e ti faccia sentire più importante. Ma anche noi ci sentiamo colpevoli, il nostro obiettivo è quello di migliorare la situazione in classifica. Siamo consapevoli di potercela fare, ma non abbiamo più la presunzione di un paio di mesi fa. Si diceva sempre che la Lazio non sarebbe mai potuta retrocedere, invece ora tutti capiscono che la realtà è diversa. Quando ci sono queste annate, in cui va tutto storto, tutto può accadere. Adesso la tranquillità l’abbiamo nel aver capito che se ne esce se tutti remano dalla stessa parte”

Che ne pensi dello sciopero andato in scena sabato sera?
“Penso che il tifoso abbia la possibilità di scegliere, se hanno deciso così avranno avuto i loro motivi. Poi è normale che un giocatore voglia sempre il loro aiuto, ma ora dobbiamo prendere atto di questa situazione e senza chiederci troppe cose dobbiamo andare avanti e cercare di conquistare punti e posizioni in classifica. Così potremo riconquistare il loro affetto”

Quindi ora sei fiducioso perché vedi maggiore consapevolezza della situazione?
“Si, personalmente era quello che chiedevo da mesi. In alcune situazioni non è che l’essere negativo porta negatività, ma devi essere consapevole di quello che accade. Sarà l’esperienza che ti fa capire che quando ci sono delle annate storte come questa ogni giorno devi lavorare nei minimi dettagli per riuscire a non avere dei black-out la domenica. Senza gli errori di leggerezza commessi in questa stagione avremmo potuto avere quei 3-4 punti in più che ci avrebbero fatto vedere questa annata negativa in una visione diversa. Comunque se proseguiremo ad allenarci con questa intensità vedrete che faremo bene”

Quanto è pesato l’opinione della squadra sul fatto che Zàrate sia stato messo in panchina?
“Penso che le qualità di Mauro non le abbia mai messe in discussione nessuno e non si possono mettere in discussione, ma allo stesso tempo penso che un valore importante lo abbiamo tutti gli altri. La cosa importante è mettere le qualità al servizio della squadra. Penso che se io Brocchi improvvisamente smettessi di correre dietro gli avversari sarebbe un danno. Mauro ha un modo di giocare che ci dà tantissimo, ma ci può anche stare che in 1 o 2 partire stia fuori. Non vedo un problema così grande. Però noi non abbiamo inciso. Quando un allenatore dà modo ad una squadra per decidere vuol dire che c’è qualcosa che non va. Ci può stare che domenica a Genova il tecnico faccia giocare Mauro perché più adatto agli avversari. Noi come possiamo incidere in tal senso, non sarebbe una cosa corretta. Il mister quando è arrivato ha fatto un discorso tecnico con tutti noi, ma non ha mai chiesto niente di singolare sui compagni di squadra, anche perché sarebbe difficile, potrebbero entrare in gioco anche simpatie”

Tu hai giocato con grandissimi giocatori nella tua carriera. Quanto manca a Zàrate per arrivare a quei livelli?
“Credo che questo anno particolare abbia influito su Mauro in maniera negativa, si è sentito tutte le responsabilità sulle spalle. Per questo dico che anche lui può partire dalla panchina, proprio perché in una squadra di calcio le responsabilità sono sempre da dividere. Si era messo sulle spalle tutti i problemi della Lazio e pensava di poterli risolvere tutti lui. Può migliorare proprio in questo. Nonostante abbia più qualità di tutti le responsabilità deve dividerle con tutta la squadra”

Cosa intendi per continuare ad allenarvi con questa intensità? Con Ballardini non accadeva?
“Per vari motivi qualcuno di noi in alcuni momenti ha mollato. E’ normale, c’è chi non ha giocato o chi non aveva la situazione chiara. In questo momento qui è come se si fosse resettato il tutto: se prima ognuno pensava un po’ più a se stesso oggi pensa al gruppo. Anche con Ballardini facevamo un ottimo lavoro, ma adesso c’è stato questo resettare che ha comportato la consapevolezza di remare tutti nella stesa direzione, altrimenti sarebbe dura”.

 

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