PATARCA LI PORTA ALLA ROMA

MASSIMO ESPOSITO- Si professano grandi Laziali poi pensano solamente al proprio orticello da coltivare. Personaggi deludenti che danno sempre più ragione all'operato del Presidente Lotito.
Ecco l'articolo della Gazzetta sul nipote di Nesta.
Lo scorso novembre eravamo andati a vederlo fino a Forano, convinti della bontà delle parole di Volfango Patarca. «È un fenomeno, alla sua età non ho mai visto un ragazzino così». Ed in effetti, a vederlo dal vivo, c’era da restare impressionati. Dribbling, gol, calcio pulito con entrambi i piedi ed una facilità incredibile di corsa. Quel giorno la Pro Calcio Sabina (che dalla prossima stagione sarà affiliata alla Roma) stravinse l’amichevole con il Passo Corese e lui, Gianmarco Nesta, segnò la bellezza di otto gol. In tutti i modi. Da ieri Gianmarco, 12 anni, nipote di Alessandro, è un giocatore della Roma. Ha firmato il tesseramento con i giallorossi (ma a Trigoria si allenava già ogni lunedì già da un po’). La prossima stagione è ancora in quota per l’ultimo anno di Esordienti, ma la Roma lo farà giocare sotto età con i Giovanissimi Provinciali. Troppo bravo per i pari età.

Del resto, Conti si era fidato di Patarca e di se stesso. «Io lo ripeto da tempo, arriverà molto lontano — dice Patarca — Dove? Al top. Di Canio e Di Vaio alla sua età non facevano quello che fa Gianmarco ora». Un baby prodigio, con le stimmate del fenomeno. Se poi lo diventerà, dipende da tante cose. «Ma in lui io credo ad occhi chiusi — continua Patarca — Ha resistenza, è ambidestro, usa allo stesso modo entrambi i piedi ed è fisicamente forte». Per giocare all’ala, destra o sinistra, è perfetto. E la Lazio? Dopo aver perso lo zio, ora gli sfugge sotto il naso anche il nipotino. Patarca ai biancocelesti lo ha fatto vedere, portando Gianmarco anche ad uno stage a Soriano nel Cimino. Anche lì, ovviamente, il piccolo Nesta fece cose strabilianti, ma non bastò. «Dalla Lazio mi hanno cacciato senza motivo e tutto quello che passa da me, lo snobbano». Ora Gianmarco è un giocatore delle giovanili della Roma e se lo godranno a Trigoria per un bel po’. E, magari, tra qualche anno anche fuori dalle mura del Fulvio Bernardini. È un bambino, è vero, ma a volte i campioni si vedono anche da piccoli.

 FORCING - Registrazione N° 383 del 7 ottobre 2010 

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