PEREA DIVENTERA' FORTE COME CAVANI

Intervista a Tare del CorrieredelloSport. Eccone uno stralcio:
Perea ha impressionato all’esordio. Lo aveva paragonato a Cavani. Potrà diventare forte come il Matador?
«Penso di sì. Ha tanti margini di miglioramento. Vedendolo ogni giorno a Formello mi ricorda il Cavani dei primi due anni a Palermo. Ha delle caratteristiche, per la sua altezza, fuori dalla norma. E’ un giocatore di grande velocità, ha buona tecnica in movimento, fondamentale per il suo gioco. Deve migliorare le due fasi si gioco e fare gol. Non dobbiamo aspettarci che diventi subito il capocannoniere del campionato. Deve continuare su questa strada».

Come ha scoperto Perea?
«Ho una rete di osservatori, me l’hanno segnalato. Da due o tre anni cercavo un giocatore con le caratteristiche di Cavani o Yilmaz. L’ho visto in una partita del campionato colombiano, mi sono mosso subito per arrivarci. L’ho iniziato a vedere tra ottobre e novembre, poi l’ho seguito nel sudamericano under 20, vinto dalla Colombia. E ho avuto la certezza di aver trovato uno con le caratteristiche che cercavo».

Meglio spendere 13 milioni per Felipe Anderson e Perea piuttosto che per Yilmaz…
«Yilmaz, due anni fa, in Italia nessuno lo conosceva e costava 5 milioni. Yilmaz quest’anno non era nei nostri piani, ma è nata l’ipotesi nella prima settimana di agosto da un colloquio con persone che hanno fatto capire che ci si poteva arrivare. Questo era il desiderio del presidente, un’operazione molto costosa per cartellino e ingaggio, per dare un segnale importante a tutti. Yilmaz era un giocatore pronto, Perea di prospettiva. Due operazioni diverse, ma ero convinto di Perea perché sapevo cosa era in grado di fare. Come Keita».

Felipe Anderson è il più talentuoso che abbia mai preso?
«Felipe ha qualcosa fuori dal comune. Parlo di qualità tecniche e della sua velocità, l’arma migliore. E’ imprevedibile. Può giocare in tanti ruoli, tutti orientati alla fase offensiva. Deve aggiungere alla mentalità brasiliana quello che fa la differenza in Europa: giocare a ritmi alti e con aggressività. Potenzialmente può diventare uno dei più forti del campionato italiano. Sei mesi o un anno gli serviranno per fargli capire bene il calcio italiano. Non so se sarà il più bravo. Hernanes, dal punto di vista tecnica, è devastante. E anche Ederson ha qualità importanti».

In molti pensano. E’ arrivato Felipe Anderson perché partirà Hernanes. E’ vero?
«Chi lavora per un club deve pianificare il presente e il futuro. Felipe è arrivato perché abbiamo pensato di aggiungere qualcosa di differente e importante al nostro centrocampo. Mancava uno con la sua esplosività, questo è il motivo del suo arrivo. Cosa succederà domani nessuno lo sa. A gennaio lo volevamo perché arrivasse con sei mesi di anticipo e avesse il tempo di ambientarsi. Ma non sarebbe stato lui a dover tirare fuori le castagne dal fuoco. Ci sono esempi pericolosi, anche vicini a noi. Pompare il progetto giovani e poi vedere che non risponde alle aspettative è deleterio. Devi essere bravo a lavorare su strade parallele, creare il futuro senza trascurare gli obiettivi, I risultati sono fondamentali, la piazza è esigente».

 FORCING - Registrazione N° 383 del 7 ottobre 2010 

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