PETKOVIC NON VUOL RIMETTERCI UN EURO

Petkovic, per evitare la causa, ha una sola possibilità: presentare le dimissioni subito, un segno di lealtà. Non l’ha fatto e non lo farà (a meno di retromarce) perché non vuole rimetterci un euro (ballano 600.000 euro di ingaggio da qui a giugno per il tecnico e il suo staff). La società spera di risparmiare qualche soldino ed è pronta a passare all’attacco: la lettera di addio partirà oggi, il primo passo sarà il licenziamento per giusta causa. Slealtà, è questa la parola chiave da usare al Collegio arbitrale. E’ stato sleale, Vlado: ha sempre negato ogni contatto con l’Asf e non ha avvisato la Lazio della sottoscrizione del contratto che lo avrebbe legato alla Nazionale elvetica a partire dall’1 luglio 2014. Lotito ha appreso la notizia lunedì leggendo il comunicato stampa diramato dalla Federazione. Petkovic, secondo il club, può incorrere in una squalifica, condizionerebbe la sua avventura da cittì. E’ stata scorretta l’Asf, non s’è degnata di avvertire la Lazio: ha raggiunto l’accordo con l’allenatore bosniaco di soppiatto.
 Non è da escludere un intervento della Figc. Sono tanti i motivi che hanno fatto imbestialire Lotito e la conduzione tecnica del bosniaco ha aumentato la rabbia. Secondo il club s’è macchiato di errori palesi, il dubbio che sia stato distratto da altri interessi è legittimo. La Lazio, tra l’altro, non è certa del fatto che Petkovic abbia firmato lunedì scorso (nel giorno in cui è stata pubblicata la nota): potrebbe averlo fatto lunedì 16 dicembre, dopo Lazio-Livorno, prima di Verona-Lazio. Il modo in cui è stata gestita la vicenda semina dubbi, getta ombre. CORRIEREDELLOSPORT
 

 FORCING - Registrazione N° 383 del 7 ottobre 2010 

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