PRESCRITTI, NON INNOCENTI

Oltre sei anni di istruttoria dibattimentale non sono stati sufficienti per accertare se nel 2003 l'andamento in borsa del titolo della SS Lazio fu o meno influenzato dalla diffusione di notizie false relative all'interessamento di una fantomatica 'cordata' di San Marino all'acquisto del club biancoceleste prima dell'arrivo di Claudio Lotito. I giudici della prima sezione penale del tribunale di Roma hanno emesso una sentenza di "non doversi procedere" perche' il reato e' estinto per prescrizione. Il tribunale, senza nemmeno arrivare alla fase della discussione, ha dichiarato chiusi i giochi prosciogliendo le cinque persone accusate di aggiotaggio dopo una denuncia presentata dalla Consob, parte civile assieme alla SS Lazio. Il proscioglimento ha riguardato, in particolare, l'avvocato Maurizio Riccardi, i collaboratori Fernando Anselmi, Anna Maria Buono, Renato Coletta e il giornalista Stefano Greco.
Stando alla procura, i primi quattro, a partire dall'agosto del 2003, avrebbero diffuso "notizie false circa un presunto interesse all'ingresso nel capitale della Ss Lazio spa di un gruppo di non meglio identificati imprenditori di San Marino (il cui 'fiduciario' veniva indicato essere Riccardi), che si sarebbe concretizzato nell'acquisto di una quota rilevante del capitale sociale; e cio' facevano, con modalita' tali, per la diffusione oggettiva dell'informazione (realizzata anche attraverso conferenza stampa e insistite dichiarazioni, riprese dagli organi di stampa a livello nazionale e da varie emittenti radiofoniche, e corredata da apparentemente pacifici elementi di concretezza, quali l'avvenuto apprestamento di garanzie bancarie e il proclamato riferimento a trattative in corso con la SS Lazio spa e con l'istituto bancario Capitalia spa), da palesarsi idonee a determinare e anzi, da determinare, in concreto, nel periodo primo dicembre 2003 - 16 gennaio 2004, significative movimentazioni del valore del titolo della societa'".
Riccardi e Greco, invece, avrebbero proseguito nell'attivita' di diffusione di notizie false, almeno dal febbraio 2004, passando dai non citati imprenditori a uno "importante d'Oltralpe", fatto "non conforme al vero", riconducibile allo svizzero Ernesto Bertarelli, proprietario della Serono. Cio' sarebbe avvenuto anche "attraverso l'annuncio di una conferenza stampa a Zurigo in realta' mai tenuta".
Tali circostanze avrebbero indotto "la Borsa a sospendere il titolo azionario dalle negoziazioni a partire dalla seduta del 16 marzo 2004". "Abbiamo dovuto accettare la prescrizione - ha spiegato l'avvocato Giuseppe Cincioni, difensore di Coletta - perche' la durata del processo, non certo per responsabilita' del tribunale, non ci ha consentito di dimostrare l'estraneita' degli imputati ai fatti contestati". (AGI)
 

 FORCING - Registrazione N° 383 del 7 ottobre 2010 

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