REJA E KOZAK SONO STUFI

Un applauso a Damato gli è costata l’ottava espulsione sulla panchina della Lazio. Reja ha pagato come Kozak. E ha protestato. S’è sentito preso di mira alla pari del centravanti ceco, due cartellini gialli in un quarto d’ora. «Sono additato come Kozak. Ormai sono più fuori che dentro e questa situazione comincia a stancarmi. Vedevo Conte che si sbracciava a ogni azione e non succedeva niente.
Non so perché sono stato espulso. Non ho offeso. Dicono che mi abbia mandato via per un applauso. Se è così, mi sembra esagerato». Finale rovinato dopo aver sognato il pareggio. «Un pensiero lo avevo fatto, il gol di Mauri era arrivato al momento giusto». Ha deciso la punizione di Del Piero, conquistata da Marchisio e contestata da Ledesma.
Era vicinissimo, non ha fatto in tempo a togliere il braccio. Fiscale l’interpretazione di Damato. «Non è stato un fallo di mano volontario. Di solito episodi così si lasciano correre, ma quando giochi qui qualcosa in più alla Juve viene dato».
Vorrebbe rivedere il calcio di punizione. «Ormai era fatta, forse c’è stata troppa agitazione. Serviva un pizzico di tranquillità in più. Non so se la barriera è rimasta compatta o se il pallone è passato laterale, forse Marchetti aveva battezzato il tiro dall’altra parte. Ma Del Piero ha questi colpi». Moderata fiducia sulla volata. «Vedo la squadra in crescita. E qui ha dimostrato grande carattere

 FORCING - Registrazione N° 383 del 7 ottobre 2010 

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