REJA: "SENTO LA LAZIO ANCORA MIA"

Il Messaggero ha incontrato Edy Reja, il grande doppio-ex di questa sera. Ecco uno stralcio dell'intervista :
«La Lazio ce l’ho ancora dentro, ci sono tutti i miei ragazzi lì. E poi sono affezionato pure al Napoli. E’ la prima volta per me, non sarà facile».
La più forte?
«All’inizio pensavo fosse poco superiore il Napoli, ma vedendo giocare la Lazio mi sono convinto che sono sullo stesso livello. Peccato per la sconfitta con il Genoa. Mi sono arrabbiato, non meritavamo di perdere».
Non meritavamo?
«Un lapsus. La Lazio la porto dentro».
Chi vince?
«Non lo so. Ci sarà tantissimo equilibrio, ma chi la spunterà diventerà l’anti-Juve».
Addirittura così importante?
«La Juve resta favorita, ma subito dietro ci sono solo Lazio e Napoli, poi le altre».
Che partita si aspetta?
«La Lazio non deve sbilanciarsi perché il Napoli in fase di ripartenza è temibile sulle fasce ed è fenomenale con quei tre là davanti: Pandev, Hamsik e Cavani».
E la Lazio?
«Il Napoli è ferito dopo il pareggio di Catania e vorrà rifarsi, ma sento che la Lazio farà una grande gara. E poi, anche i biancocelesti hanno dei bei tenori, come Klose ed Hernanes e la coppia Mauri-Candreva che molti sottovalutano. E poi avete visto Ciani? Bravo eh? Lo stavamo prendendo l’anno scorso, poi non se ne fece più nulla».
Molti sostengono che la differenza tra lei e Petkovic sia nella posizione di Hernanes. Che ne pensa?
«Stupidaggini. Pure con me Hernanes giocava in quella posizione, la differenza è nella condizione fisica e quindi mentale. Avete visto la progressione-gol di Verona? E quando mai l’ha fatta con me una cosa del genere? La vera differenza è nel gioco sulle fasce: vedo che i terzini spingono parecchio, con me un po’ meno».
L’ultima. Che ne pensa di quello che sta passando Mauri?
«Stefano è un ragazzo d’oro. Non credo a una sola virgola di quello che si dice e scrive. Lo conosco bene e poi basta vedere la tranquillità con cui gioca. Certo, magari poteva stare più attento con alcune amicizie, ma quella non può e non deve essere una colpa. Anzi, spero tanto che segni al San Paolo, se lo merita e ne ha bisogno».

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