Reja: "Vogliamo migliorare"

Edy Reja: «La realtà è che tutti fanno i conti con i risultati. Le squadre tutte d’attacco sono più che altro pubblicità, slogan. Alle quattro punte pure credo poco. Noi giocheremo con due e con giocatori di qualità come Hernanes, Mauri e altri a costruire: questo si può fare. E vediamo che succede, i risultati parleranno per tutti».

Klose e Cissé non passano indifferenti, gente così cambia gli equilibri, soprattutto nello spogliatoio.
«Assolutamente sì, soprattutto Cissé ha grande carattere, persona immagino complessa da gestire. Ma la Lazio è piena di forti personalità. Voi dite Zarate, io parlo anche di Brocchi, Mauri, Rocchi, Hernanes. Sono giocatori di carattere, devi rispettarli e curarli uno per uno».

Zarate la rende elettrico.
«Non mi domandano che di lui, la storia mi ha un po’ seccato. È un giocatore impegnativo. Qualcuno dice che non lo tengo in considerazione, ma io considero il rendimento di tutti. Abbiamo però troppi attaccanti, addirittura sette, e qualcuno dovrà andare via. Poi non so cosa dirà il futuro».

La gente parla di scudetto, possibile?
«Ci sono squadre più importanti e non è cosa per noi, ma le ambizioni sono buona cosa. Già restare alti in classifica sarebbe importante, vogliamo migliorare lo scorso anno».

Avete campionato ed Europa League, torneo che gli italiani snobbano.
«Spero non si debba farlo anche noi. Anzi. La rosa larga serve a questo. Vorrei cambiare sempre 4-5 giocatori tra campionato e coppa».

Avete una maxi rosa, circa 35 calciatori.
«È il problema di tutti. È giusto che tanti trovino collocazione, altrimenti si rischia di finire ai margini e non è giusto. Purtroppo soldi in giro non ce ne sono e non è facile».

Continuano ad arrivare tanti calciatori stranieri, ma allenatori stranieri solo uno: Luis Enrique.
«Allenare fortunatamente è una specialità ancora italiana. In Inghilterra il calcio è corsa, in Spagna possesso palla e palleggio, la Francia è più vicina a noi, la Germania un misto di atletica e tecnica. Un allenatore italiano in Inghilterra, ad esempio, secondo me incide molto».

C’è molto interesse per Enrique, ancora la Roma. Inevitabile il confronto.
«Guardate che anche noi facciamo cose belle e moderne. Anche la preparazione della Lazio avviene tutta dentro il campo, con molto pallone tra i piedi. E la corsa più lunga è di 260 metri, di più non serve. E anzi dirò che certi nostri sistemi di allenamento con le pedane e altro adesso li vedo anche al Milan…» REPUBBLICA

 

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