S.O.S. UFFICIO INDAGINI

ROCCO ILARIA- Iniziano sabato le ultime 7 giornate di campionato. E dopo aver assistito alle troppe e, purtroppo, ormai consuete nefandezze decisionali, da quelle relative ai tifosi a quelle arbitrali, ci si appresta a “monitorare” questi ultimi incontri di calcio: decisivi, in particolare, per lo scudetto e per la zona retrocessione.In tal senso, temendo “inguacchi” e “trucchi”, i tifosi e gli appassionati calciofili tutti , chiedono a gran voce pulizia, onestà e spirito sportivo.Saremo in grado di proporre un finale di campionato limpido e lontano da sospetti?

Difficile, viste le incongruenze di questa stagione che va a finire. Ma noi speriamo. E nell’atto di sperare poniamo all’attenzione generale alcuni dati che hanno caratterizzato questo campionato (e non solo) fino ad ora, ponendoci dei quesiti raccolti tra la gente comune.

1.       In tanti hanno notato come, quest’anno, stranamente, si sia fatto troppo a meno dell’arbitro Rosetti. Ma l’arbitro Rosetti, non era giudicato all’unanimità il fiore all’occhiello della classe arbitrale italiana tanto da essere sempre nominato indiscutibilmente il n. 1 degli arbitri anche in campo europeo, se non mondiale? E come mai il nostro n. 1 non arbitra più partite decisive per lo scudetto, a beneficio dei soliti noti, cioè Rizzoli e Tagliavento? Saranno questi ultimi diventati improvvisamente i più bravi ed affidabili del lotto, o c’è qualcos’altro che a noi sfugge? E come mai questi ultimi sono stati sempre al centro di polemiche domenicali per aver mal gestito incontri di decisiva importanza di squadre impegnate per lo scudetto?

2.       In tanti hanno notato le “stranezze” relative ad alcune partite nelle quali squadre apparentemente demotivate si sono prostrate ad altre a caccia di punti, così come altri incontri già in odor di pareggio hanno effettivamente portato alla divisione della posta. In tali casi, invitiamo l’Ufficio Indagini della Federazione a non attendere eventuali voci sparse ad arte dai soliti noti, ma a verificare alla vigilia delle prossime gare partita per partita, arbitraggi, rapporti tra le società (di mercato o di comune interesse finanziario), influenze ambientali e politiche.

3.       In tanti hanno, altresì, notato come in altri tempi si siano addirittura sospese le scommesse su alcune importanti partite (pensiamo nel 1999 ad Empoli – Lazio), mentre ad oggi non ci giungono notizie di sospensione delle quotazioni nei confronti di match importanti in cui saranno impegnate squadre senza più motivazioni (se non quelle dell’incasso…) e altre che devono vincere a tutti i costi e delle quali si prevede vittoria sicura.

4.       In tanti, infine, hanno notato, anche per quest’anno, l’assoluta benevolenza adottata nei confronti di alcune ben individuate tifoserie, nel deciderne la partecipazione a partite casalinghe e a trasferte, al contrario di medesimi bacini di utenza, penalizzati, per le medesime partite, senza una reale e obiettiva giustificazione.

Questo atteggiamento delle Istituzioni sportive e non sta inquinando il regolare svolgimento della fase finale di questo campionato, provocando sospetti e risentimenti in molte piazze della serie A.

Noi lanciamo questo grido di allarme, certi che la solerzia con cui si è affrontata Calciopoli qualche anno fa, si trasformi in mirata attenzione in questo finale di stagione.

Per tutelare i sentimenti sportivi della stragrande maggioranza di tifosi di calcio, senza privilegiare (come ahimè è già successo fin troppe volte in passato) le solite “parrocchie”, ricche di agganci politici e finanziari e, per questo, assolutamente tutelate dinanzi a cicloni e tempeste sportive ed “incoraggiate” verso futuri traguardi sportivi.

Ve lo diciamo noi laziali, che ancora portiamo le tracce e le ferite di scandali nei quali ben altre società sportive e con ben altre responsabilità, avrebbero dovuto pagare, al pari se non più della nostra gloriosa Lazio; ridotta, al solito, a capro espiatorio, se non unico obiettivo di sanzioni.

Per tutto questo S.O.S. UFFICIO INDAGINI.

 FORCING - Registrazione N° 383 del 7 ottobre 2010 

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