VALORIZZARE IL MARCHIO

 

Una perdita complessiva di 45 milioni di euro nel triennio 2012-2015. Un'altra di 30 milioni dal 2015-2018. Poi basta, a ogni centesimo in uscita dovrà corrisponderne un altro in entrata. È il Fair play finanziario, voluto dal presidente Uefa Michel Platini per evitare che, quando i presidenti di calcio «ricchi scemi» (copyright Giulio Onesti) si stancheranno di ricapitalizzare i buchi di bilancio dei club, il giocattolo calcio possa implodere. Una serie di limiti che non dispiaceranno a Lotito. Ma, se è vero che la Lazio grazie a un monte ingaggi non faraonico e a una società snella rientra già adesso nei parametri imposti dalla Uefa, è altrettanto ovvio che se in futuro il club biancoceleste vorrà fare il definitivo salto di qualità più che a tagliare i costi bisognerà pensare a massimizzare i ricavi. Da questo punto di vista, la Lazio non è messa meglio di tante altre società di A, anche se qualche piccolo sforzo, soprattutto dal punto di vista del marketing, lo sta facendo. Il nodo principale riguarda lo stadio di proprietà. Un progetto che, in Italia, ha avviato con serietà, e portato quasi a compimento, solo la Juventus. Lotito ha più volte spiegato quanto la costruzione dello «Stadio delle aquile» sia legata a doppio filo all'approvazione della legge sugli impianti ferma in Parlamento ormai da tempo immemore. L'Italia, a causa dell'immobilismo di istituzioni e società, ha già perso Europei del 2012 e 2016. Di questo passo, con una maggioranza alla Camera piuttosto risicata, difficilmente arriverà una svolta in tempi brevi. Dal punto di vista degli spettatori, la Lazio è stata una delle società più colpite dall'avvento della tessera del tifoso. Un calo di circa il 12% rispetto alla passata stagione che, però, potrebbe essere parzialmente riassorbito una volta che lo strumento voluto dal ministro Maroni diventerà meno inviso ai sostenitori. Resta il marketing, che in Italia dà pochi frutti a tutte le società ma che per il club biancoceleste è uno degli obiettivi principali da perseguire soprattutto con la valorizzazione del marchio. Una strada intrapresa con l'«avvento» dell'aquila Olympia e con la nascita della rivista ufficiale. Alla quale stanno per seguire radio e tv. Ancora poco, ma comunque un inizio. ILTEMPO

 FORCING - Registrazione N° 383 del 7 ottobre 2010 

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